Pochi giorni fa salendo su un vagone della metropolitana, a New York, i viaggiatori si sono trovati di fronte a una scena che li ha ammutoliti. I finestrini e i pannelli pubblicitari erano ricoperti da scritte e simboli antisemiti.

Dopo un primo momento di ammutolimento e di disagio, in cui tutti si guardavano e non sapevano cosa fare, uno di loro ha chiesto se qualcuno avesse dell’alcol. Trovatolo, ha iniziato a cancellare le scritte con un fazzoletto. Presto molti altri passeggeri hanno iniziato a cercare in tasca e nelle borse disinfettanti e fazzoletti, e hanno seguito il suo esempio. In un paio di minuti svastiche e scritte sono scomparse.

Mi sembra un gran bell’esempio di come si possa reagire anche nel nostro piccolo alla violenza e al fanatismo alimentati da un clima politico intollerante.

Pare che uno dei presenti abbia commentato, riferendosi alle scritte: “Mi sa che questa è l’America di Trump”. “No, signore, non lo sarà stasera né mai, fino a quando qualche testardo abitante di questa città avrà qualcosa da dire a riguardo!” gli ha risposto un altro passeggero.

La stessa cosa accade nel bel film "Una volta nella vita" di Marie-Castille Mention-Schaar, in un liceo francese, che ho visto proprio ieri sera.

Ogni atto coraggioso ne genera un altro. Non bisogna mai perdere la speranza che questo accada.

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