Molto ricco e stimolante l’incontro tenutosi in Sala Giunta, a Palazzo Marino, con i rappresentanti delle Associazioni di categoria e delle forze produttive, nell’ambito dei tavoli di confronto previsti dalle attività di Milano 2046.
Il tessuto imprenditoriale ed economico milanese si contraddistingue come uno dei più fertili e vivaci a livello nazionale, in grado di interpretare e rilanciare le sfide più impegnative che il mondo del lavoro e dell’economia deve affrontare oggi in un contesto sempre più globalizzato e interessato da repentine trasformazioni. Quella di una progettualità che anticipi e prepari il futuro è questione aperta in tutte le specifiche realtà produttive rappresentate al tavolo, in termini di innovazione tecnologica e delle professionalità, relazioni con il territorio, rinnovamento delle strutture, partecipazione alle politiche di sviluppo della città, rapporto tra lavoro e welfare.
I presupposti e gli obiettivi di Milano 2046, esposti dal Presidente Bertolè e dai rappresentanti del Comitato di indirizzo, hanno pertanto suscitato grande interesse, connettendosi direttamente alle riflessioni e agli studi in corso all’interno delle stesse Associazioni.
Una politica che allarghi la propria visione al di là delle emergenze e delle urgenze del quotidiano è coerente con il bisogno intrinseco delle imprese di avere prospettive di azione di lungo periodo, in grado di creare valore e qualità come principali antidoti a possibili fattori di crisi.
Qualità della vita e delle politiche pubbliche per rispondere a un desiderio di benessere individuale e collettivo, sono le direttrici di lavoro di Milano 2046. La cornice di lettura dei dodici domini del BES offre un riferimento concreto all’interno del quale declinare un futuro auspicabile per l’attività delle imprese, la cui azione impatta non solo sulle condizioni professionali ed economiche della collettività, ma condiziona anche il livello più individuale delle possibilità di benessere: alla qualità del lavoro, in tutti i suoi aspetti, corrisponde proporzionalmente la qualità del tempo libero di ogni singolo, in tutte le sue possibili componenti. Viceversa, il livello di benessere dei singoli influisce in modo importante su qualità e valore delle produzioni economiche.
All’interno di questo circolo virtuoso che lega benessere e lavoro, scelte presenti e visione di lungo periodo, si sono snodate le riflessioni dei rappresentanti delle imprese.
Milano, è stato detto, è già di per sé un laboratorio di sperimentazione e innovazione permanente. L’organizzazione della città e dei suoi servizi deve essere pensata in funzione dei bisogni delle persone e delle imprese. Inefficienze organizzative hanno infatti immediate ricadute sul piano occupazionale. Basti pensare all’impatto dei tempi di chiusura di asili e scuole sulle possibilità di lavoro dei genitori. Le imprese da parte loro possono promuovere un welfare aziendale che deve però avere una sponda adeguata sul versante pubblico.
Le trasformazioni sociali, di cultura, di prospettive e ambizioni hanno uno specchio fedele in quello che avviene all’interno dei settori produttivi. Esemplari, in questo senso, i cambiamenti nell’edilizia. Oggi si opera soprattutto sulla rigenerazione del costruito. Questo chiama subito in causa i temi della sostenibilità e del risparmio energetico. Si riscontra un ritorno alla vita in città da parte dei giovani, fenomeno diametralmente opposto a quello vissuto una ventina d’anni fa. I giovani poi vivono in modo meno vincolante l’idea del loro futuro, anche in rapporto alla casa. Sono più flessibili, più desiderosi di cambiamento. Occorre pertanto ripensare il rapporto tra Milano e hinterland, considerando anche che i confini tra la città e la i paesi della sua cintura sono ormai quasi indefinibili.
La città, si è sottolineato, ci è stata prestata dalle future generazioni. I ritmi del cambiamento sono rapidissimi. Milano può fare da traino a sperimentazioni che possono avere un impatto a livello nazionale, sui temi della sostenibilità e del benessere, a partire da un’analisi degli obiettivi del BES nel contesto metropolitano.
Per altri versi, bisognerebbe portare a sistema quello che la città già offre, nella sua grande ricchezza di esperienze sul territorio, territorio che deve essere pensato sempre più in termini di area metropolitana. La politica dovrebbe offrire una regia, promuovere e diffondere la creazione di valore condiviso sul territorio.
Vitale per le imprese sarebbe una maggiore semplicità nel rapporto con il Comune, ad esempio attraverso la digitalizzazione delle procedure amministrative. Il tema della sicurezza poi è fondamentale, in particolare nelle periferie: bisogna puntare a una città multicentrica, tanti centri con caratterizzazioni specifiche, per ridurre rischi e minacce.
Alla questione della sicurezza si legano quelli della lotta alla contraffazione e all’illegalità.
Occorre valorizzare i piccoli esercizi, il tessuto economico dei quartieri, le botteghe artigiane, all’interno delle quali si sviluppa anche tanta vita sociale.
Tutto questo deve essere pensato nella prospettiva delle giovani generazioni, per le quali dobbiamo costruire occasioni di lavoro e una sempre migliore qualità dei contesti sociali.
Il Comitato di indirizzo di Milano 2046 ha raccolto le indicazioni e la ricchezza degli sguardi emersi dal tavolo di confronto, le Associazioni di categoria saranno un interlocutore prezioso per la validazione dei risultati della ricerca in corso e per una loro ulteriore contestualizzazione nella realtà di Milano.
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