Si è tenuto in Sala Marra, a Palazzo Marino, il primo dei tavoli di confronto e approfondimento con gli interlocutori rappresentativi delle competenze, dei bisogni e degli interessi della città, previsti nell’ambito dei lavori di Milano 2046.

Il primo tavolo è stato realizzato con i delegati delle Università milanesi (Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano – Bicocca, Politecnico di Milano, Università Commerciale Luigi Bocconi, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Vita-Salute San Raffaele, Università IULM, Humanitas University).

Le Università sono il cardine della cultura e della ricerca di un Paese, e sono il luogo in cui si formano le nuove generazioni. All’interno del mondo universitario molte energie vengono dedicate, nei diversi campi scientifici e di applicazione, all’indagine e all’anticipazione delle possibilità del futuro. Il mondo universitario milanese è pertanto un interlocutore privilegiato per i lavori di Milano 2046.

I presupposti e gli obiettivi del laboratorio (pensare e progettare il futuro in termini di benessere, all’interno della cornice dei domini del BES e degli obiettivi di sostenibilità dell’ONU, attraverso un approccio scientifico di indagine), una volta illustrati, hanno dato vita a un confronto ricco e stimolante, indice di grande attenzione e interesse nei confronti del progetto. Condivisa l’importanza di rafforzare fattori come quelli dell’apertura, della qualità della ricerca, dell’innovazione e della solidarietà, che già oggi determinano l’eccellenza delle Università milanesi, ognuno dei delegati si è poi addentrato in valutazioni e sollecitazioni specifiche riferite ai contenuti di Milano 2046.

Milano, città plurale per popolazione, culture, livelli di benessere, viene considerata un contesto di grande interesse per realizzare una sperimentazione urbana degli indicatori del BES. Il laboratorio potrebbe inoltre offrire l’occasione di scendere a un livello di dettaglio, nelle diverse zone della città, al fine di valutare quanto la distribuzione del benessere sia omogenea o come potrebbe in futuro diventarlo. Il confronto ha messo in luce come pari attenzione dovrebbero avere le condizioni ambientali e la qualità dell’aggregazione e dell’interazione sociale, elementi che devono essere non solo salvaguardati ma anche promossi dalle politiche di crescita e di efficienza.

La cultura, è stato sottolineato, è un fattore imprescindibile per salute e benessere dei singoli, come dimostrano anche recenti ricerche, le quali mettono in luce come il livello di istruzione conti più del reddito per la determinazione dell’aspettativa di vita.

In definitiva, due filoni dovrebbero condurre l’indagine per favorire il benessere futuro della città: innovazione e impatto della tecnologia da un lato, qualità della vita del territorio e dei diversi territori della metropoli, dall’altro. La capacità di “anticipare” o anche solo di adattarsi al futuro di una metropoli, per evitare collassi improvvisi come avvenuto a Detroit, risiede infatti in modo determinante nel suo “capitale sociale”, che è proporzionale a quello dei suoi singoli abitanti.

Nel suo primo tavolo di lavoro con gli interlocutori esterni, il laboratorio di Milano 2046 ha avuto una prima e importante conferma del valore delle sue linee di indirizzo e dell’assunto da cui prende le mosse: che il futuro si costruisca insieme, ascoltando le diverse anime della città e mettendo in relazione le sue energie e intelligenze migliori.

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