Muore un grande regista, resta la sua opera che fotografa il '900 e celebra l’inquietudine, il desiderio di libertà e di dignità degli uomini, travolti dagli sconvolgimenti della Storia.

Ha dialogato con le più importanti intelligenze critiche del suo tempo, primo tra tutti Pasolini. Difficile per me dimenticare la pietà e lo smarrimento dell’ultimo imperatore di fronte alla violenza che subisce l’uomo che lo ha “rieducato” o il legame fraterno di Olmo e Alfredo in Novecento, più forte di ogni differenza sociale e ideologica. Sentiremo la mancanza del suo sguardo sul mondo.

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