Questa mattina, davanti a una platea di 600 studenti, Svetlana Brotz, cardiologa bosniaca, onorata al Giardino dei Giusti di Milano per il suo lavoro di riconciliazione, ci ha raccontato che pochi anni prima dell'esplosione del conflitto nei Balcani, studentessa di medicina, aveva deciso di non studiare "medicina di guerra".

"E perché perdere tempo, visto che non ci troveremo ad affrontare più conflitti e le loro conseguenze?". Si era detta. Meglio studiare altro.


L'ennesima testimonianza, in questi giorni, di come prima delle grandi tragedie del ventesimo secolo, si è pensato che non potessero accadere. I sintomi c'erano, ma si pensava di avere gli anticorpi necessari.
Ecco perché in questi giorni dire "mai più" è tutto fuorché retorico. Al contrario, è una grande responsabilità per tutti noi.

 

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