Il mio discorso per il 171° anniversario delle Cinque Giornate:
"Oggi Milano è in festa. La nostra città festeggia e ricorda uno dei momenti più gloriosi e al tempo stesso drammatici della sua storia.
Le 5 Giornate sono un simbolo importante per ogni milanese e fanno parte, ancora oggi, della nostra memoria collettiva. Alle Cinque Giornate prese parte tutta la città, dalla borghesia, ai lavoratori dei ceti popolari, alle donne, che diedero già allora un segnale importante di partecipazione e di emancipazione.
Protagonista di quei giorni fu la forse per la prima volta in modo così forte la città del lavoro, del popolo minuto.
Morirono, si stima, 409 milanesi sulle 1600 barricate sorte in quei giorni. Il registro mortuario elenca macchinisti, cesellatori, calzolai, sarti, verniciatori, doratori, filatori, guantai, muratori, scalpellini, facchini, giornalieri. Il mondo della Società per l’incoraggiamento delle arti e dei mestieri, insomma.
Non dobbiamo dimenticare in questa celebrazione gli aspetti meno nobili di quei mesi, altrimenti non faremmo vera memoria, ma solo un retorico ricordo, vale a dire come gli esponenti dell’ambivalente liberalismo aristocratico si spaventarono di fronte a questa novità, questo intenso protagonismo popolare così ben raccontato da Carlo Cattaneo (che domani ricorderemo a Palazzo Marino a 150 anni dalla sua morte), e contribuirono, per la difesa dei loro interessi e privilegi, alle fatali divisioni del governo provvisorio. L’unità della città fu quindi fondamentale per vincere e scacciare l’occupante straniero, le divisioni tra la Milano tiepidamente liberale e quella spiccatamente democratica e i tradimenti successivi causarono la sconfitta e la nuova provvisoria occupazione austriaca. Non dimentichiamolo.
Le Cinque Giornate sono state un momento centrale nella storia di Milano, ma allo stesso tempo hanno rappresentato un punto di svolta per l’Italia intera, dando di lì a poco il via alla prima guerra di indipendenza.
Quell’insurrezione è stata un esempio per tutti gli italiani.
Questo ruolo di esempio più ancora che di guida, Milano l’ha sempre avuto: i milanesi con le Cinque Giornate si misero alla testa del Risorgimento e Milano ha continuato a guidare la lotta per la libertà anche in seguito, fino ad oggi, ogni volta che la libertà e la democrazia sono state minacciate. Lo ha fatto durante la Resistenza con i grandi scioperi delle sue fabbriche, con l’insurrezione e con il sacrificio dei suoi partigiani; lo ha fatto durante gli anni di piombo sconfiggendo il terrorismo e la violenza grazie alla coscienza democratica dei suoi cittadini; lo fa anche oggi opponendosi con le armi della tolleranza e della solidarietà ad ogni deriva xenofoba, razzista, illiberale.
È grazie a questi valori così diffusi e così radicati che oggi Milano ha conquistato un primato morale indiscusso nel Paese e in Europa.
L’impegno per i diritti, per la pace, per la convivenza civile tra culture diverse, affonda le sue radici in questa storia di libertà.
Oggi sono qui con noi alcuni degli eredi diretti di quelle giornate: la Scuola Militare “Teuilé” che il Governo Provvisorio trasformò in “Scuola di Artiglieria e Genio” e che fu per questo punita dagli austriaci con la destinazione ad Ospedale Militare. A loro, qui presenti con la Compagnia Allievi, Milano consegna ogni anno il Tricolore che il conte Luigi Torelli fece sventolare sulla Guglia maggiore del Duomo al termine delle Cinque Giornate o per dare coraggio non solo ai Milanesi ma a tutti gli italiani nella battaglia per la libertà. La Scuola la riconsegnerà alla città nel giorno del giuramento degli Allievi del primo anno di Corso.
Oggi ci impegniamo a continuare insieme su questo cammino che non ha mai fine, perché la libertà non è mai conquistata una volta per tutte.
Le Cinque Giornate siano per tutti i milanesi, di ogni orientamento, un invito alla partecipazione e all’unità sui valori democratici che appartengono a tutti. Un invito ad essere pronti, a prendere posizione per difendere le conquiste della nostra democrazia e lottare per un futuro dove libertà, diritti e uguaglianza siano davvero per tutte e per tutti.
Viva le Cinque Giornate di Milano, viva la libertà.
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