Ieri sera c'è stata una rivolta presso il carcere minorile Beccaria che è rientrata fortunamente senza feriti e problemi particolari.
Conosco molto bene la realtà di questo istituto, conosco la qualità del personale che lavora al suo interno, il grande sforzo della direzione per portare avanti progetti individualizzati e offrire occasioni di crescita, formazione e reinserimento per i giovani detenuti.
Conosco soprattutto gli sforzi di tutti gli operatori che, spesso in forte carenza di organico, devono gestire e affrontare situazioni complesse. È importante che tutte le istituzioni, a partire dal comune di Milano, si impegnino nell'ambito delle loro prerogative a garantire qualità, presenza educativa e continuità dei progetti presso il Beccaria che rappresenta una delle eccellenze nell'ambito della giustizia minorile italiana.
Quando vengono accolti ragazzi che vivono situazioni di disagio particolare, come dalle cronache sembra emergere, le difficoltà dovute alla carenza di organico si fanno sentire di più. È importante prevenire fatti come quello di ieri tornando ad investire sul personale garantendo un numero di educatori ed agenti adeguato.
Sarebbe inoltre opportuno che in queste circostanze il mondo dell'informazione riflettesse responsabilmente sul rischio di mitizzare e spettacolarizzare gli agiti di questi ragazzi dietro cui spesso si nasconde un grosso disagio. Sono ragazzi alla ricerca disperata di identità: attenzione a non fornirgli a buon mercato un'identità delinquenziale.