Giuliano Pisapia, oggi, sulla sentenza della Corte di Strasburgo che condanna l'Italia:

"La sentenza di condanna per l’Italia da parte della Corte di Strasburgo, sul tema del sovraffollamento delle carceri, era, purtroppo, prevista e prevedibile. Si conferma, ancora una volta, come una riforma complessiva del sistema penale, partendo dalla necessità di un nuovo Codice che sostituisca quello vigente che risale al periodo fascista, non sia più procrastinabile. Le carceri scoppiano e sono sempre più disumane, in aperto contrasto con l’art. 27 della Costituzione. Una vera riforma della Giustizia è ormai un problema strutturale, non emergenziale e va dunque risolto con misure altrettanto strutturali. In particolare, sono convinto, che si debba puntare con determinazione a uscire dalla logica per cui il carcere sia l’unica sanzione penale. Come dimostra l’esperienza, infatti, vi possono e vi debbono essere, evidentemente in presenza di reati non di sangue e di non grave allarme sociale, pene più efficaci a livello preventivo e repressivo. Ciò, oltretutto, farebbe diminuire la recidiva, il numero dei reati e, nel contempo, accelererebbe i tempi della Giustizia tutelando meglio le vittime dei reati.
Come ha giustamente ricordato il Garante dei detenuti del Lazio in Parlamento è ferma da tempo una proposta di riforma elaborata dalla Commissione ministeriale, che ho avuto l’onore di presiedere, composta da numerosi professori universitari, avvocati e magistrati. Salvo alcune indicazioni recepite a larga maggioranza, quella riforma non ha mai visto la luce, ma risponde esattamente a quanto chiede la Corte Europea dei diritti umani: il progetto di riforma del Codice Penale prevede, infatti, pene principali diverse da quelle carcerarie e quindi già irrogate dai giudici di merito, quali detenzione domiciliare, pene interdittive, pene prescrittive, messa alla prova anche per imputati maggiorenni, lavori socialmente utili o finalizzati al risarcimento dei danni. Il carcere, che è un’istituzione totale deve essere l’ultima ratio. Tutto ciò, naturalmente, non in presenza di reati di sangue o di gravi condotte penalmente rilevanti."