Comunicato stampa
Bertolè a De Corato: non strumentalizziamo la situazione delle carceri
detenuti vi sono 62 stranieri. Riccardo De Corato, Vicepresidente
del Consiglio Comunale commenta i dati diffusi dall'Europa sul
sovraffolamento delle carceri. "E' una cifra che dovrebbe far
meditare tutti i ben altri e buonisti che asseriscono come non vi
sia alcuna correlazione tra l'aumento della criminalita' straniera
e la presenza a Milano di una delle percentuali piu' alte di
stranieri sia di clandestini, sia di regolari. Basti pensare che
secondo i dati del censimento Istat 2011, confrontati con gli
accertamenti del settore Statistica del Comune,pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale indica che il 9 Ottobre dell'anno scorso a
Milano, risiedevano un milione 242 mila 123 persone, gli stranieri
sono 176.303 pari al 14,2%. Piu' che raddoppiati rispetto al 2001,
mentre rispetto al 1991 sono cresciuti di oltre 150.000 unita'
(moltiplicandosi in 20 anni di oltre 6 volte). Al contrario a
Milano gli italiani sono diminuiti negli ultimi 10 anni sono
calati di oltre 100.000 unita' (-8,8%) e negli ultimi 20 anni di
oltre 6 volte. Chi parla in maniera molto affrettata di un
immigrazione che porterebbe solo dei benifici alla nostra citta',
come in molti casi fa' la maggioranza di centro-sinistra a Milano
dovrebbe tenere molto bene in mente questi dati che provengono
dall'Europa e dall'ultimo censimento e dall'Ufficio statistica del
Comune".
Giuliano Pisapia, oggi, sulla sentenza della Corte di Strasburgo che condanna l'Italia:
"La sentenza di condanna per l’Italia da parte della Corte di Strasburgo, sul tema del sovraffollamento delle carceri, era, purtroppo, prevista e prevedibile. Si conferma, ancora una volta, come una riforma complessiva del sistema penale, partendo dalla necessità di un nuovo Codice che sostituisca quello vigente che risale al periodo fascista, non sia più procrastinabile. Le carceri scoppiano e sono sempre più disumane, in aperto contrasto con l’art. 27 della Costituzione. Una vera riforma della Giustizia è ormai un problema strutturale, non emergenziale e va dunque risolto con misure altrettanto strutturali. In particolare, sono convinto, che si debba puntare con determinazione a uscire dalla logica per cui il carcere sia l’unica sanzione penale. Come dimostra l’esperienza, infatti, vi possono e vi debbono essere, evidentemente in presenza di reati non di sangue e di non grave allarme sociale, pene più efficaci a livello preventivo e repressivo. Ciò, oltretutto, farebbe diminuire la recidiva, il numero dei reati e, nel contempo, accelererebbe i tempi della Giustizia tutelando meglio le vittime dei reati.
Come ha giustamente ricordato il Garante dei detenuti del Lazio in Parlamento è ferma da tempo una proposta di riforma elaborata dalla Commissione ministeriale, che ho avuto l’onore di presiedere, composta da numerosi professori universitari, avvocati e magistrati. Salvo alcune indicazioni recepite a larga maggioranza, quella riforma non ha mai visto la luce, ma risponde esattamente a quanto chiede la Corte Europea dei diritti umani: il progetto di riforma del Codice Penale prevede, infatti, pene principali diverse da quelle carcerarie e quindi già irrogate dai giudici di merito, quali detenzione domiciliare, pene interdittive, pene prescrittive, messa alla prova anche per imputati maggiorenni, lavori socialmente utili o finalizzati al risarcimento dei danni. Il carcere, che è un’istituzione totale deve essere l’ultima ratio. Tutto ciò, naturalmente, non in presenza di reati di sangue o di gravi condotte penalmente rilevanti."
Alcuni spunti per ricostruire il welfare della Prossima Lombardia. Spero che le poche settimane che ci separano dal voto siano un'occasione per aprire uno spazio di riflessione e pensiero su questi temi.
Il confine tra città e periferia penitenziaria.
Ne parliamo domenica, al Padiglione Italia della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Porterò l'esperienza di Milano, anche a partire dal Consiglio comunale straordinario a San Vittore del 5 ottobre scorso.
Claudio Schirinzi, oggi sul Corriere, scrive parole sagge sulle primarie del centrosinistra per la Regione Lombardia. Del resto l'esperienza stessa di Pisapia lo ha confermato.
Un candidato moderato?
"In passato la sinistra ci ha già provato con Masi e Martinazzoli. Senza successo. Forse più di ogni altra cosa servono un progetto chiaro e la credibilità di chi si impegna a realizzarlo."
Domani sera, di nuovo, sotto a Palazzo Lombardia per chiedere le dimissioni di Formigoni.
Lavoriamo tutti in queste ore perché domani non sia il classico raduno di ceto politico, senza pathos e senza milanesi. E' importante, domani sera, che a chiedere le dimissioni con un sussulto di dignità e indignazione siano i cittadini lombardi. Bene ha fatto il Sindaco Pisapia a chiedere una "ribellione civica". Forza, allora. Al lavoro.
A far cadere la giunta regionale non sarà la Lega che, al contrario, la ha sostenuta oltre ogni misura e decenza.
Pensavo di aver toccato il fondo. E invece, dopo oltre 26 ore, continua la dissipazione di parole, energie, tempi di questo rito che dovrebbe essere la democrazia rappresentativa e purtroppo è un grande teatro dell'assurdo. E pensare che qualcuno ci sguazza benissimo e sembra non volerne uscire.
Cambiamo le regole di questo consiglio comunale e togliamo l'acqua a chi sa nuotare solo in questa melma.
Ieri sera c'è stata una rivolta presso il carcere minorile Beccaria che è rientrata fortunamente senza feriti e problemi particolari.
Conosco molto bene la realtà di questo istituto, conosco la qualità del personale che lavora al suo interno, il grande sforzo della direzione per portare avanti progetti individualizzati e offrire occasioni di crescita, formazione e reinserimento per i giovani detenuti.
Conosco soprattutto gli sforzi di tutti gli operatori che, spesso in forte carenza di organico, devono gestire e affrontare situazioni complesse. È importante che tutte le istituzioni, a partire dal comune di Milano, si impegnino nell'ambito delle loro prerogative a garantire qualità, presenza educativa e continuità dei progetti presso il Beccaria che rappresenta una delle eccellenze nell'ambito della giustizia minorile italiana.
Quando vengono accolti ragazzi che vivono situazioni di disagio particolare, come dalle cronache sembra emergere, le difficoltà dovute alla carenza di organico si fanno sentire di più. È importante prevenire fatti come quello di ieri tornando ad investire sul personale garantendo un numero di educatori ed agenti adeguato.
Sarebbe inoltre opportuno che in queste circostanze il mondo dell'informazione riflettesse responsabilmente sul rischio di mitizzare e spettacolarizzare gli agiti di questi ragazzi dietro cui spesso si nasconde un grosso disagio. Sono ragazzi alla ricerca disperata di identità: attenzione a non fornirgli a buon mercato un'identità delinquenziale.